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Uno scomodo passato tornato presente
Si innesca, seppur tardivamente, una gigantesca caccia all’uomo, con molteplici inseguitori e fuggitivi: L’FBI ricerca Grant, lui a sua volta è sulle tracce della sua ex compagna di lotta Mimi Lurie perché può scagionarlo dall’accusa di omicidio, il giornalista segue tutti per ricostruire le vicende dei membri del gruppo, entrati in clandestinità e latitanti da lungo tempo. L’insieme è un film non proprio esaltante, dal ritmo piuttosto lento e in alcuni punti non molto convincente, che però, specie per uno spettatore italiano, può essere molto interessante, vediamo perché. Gli Weathermen, così si facevano chiamare i membri di questo gruppo, nati da una branca del movimento studentesco, furono attivi soprattutto durante gli anni della guerra del Vietnam, dal ’69 al ’76, portando a termine azioni dimostrative con danneggiamenti e attentati dinamitardi a sedi pubbliche, senza però causare vittime, anche perché le loro esplosioni erano sempre precedute da avvisi alla popolazione. La rapina di cui si parla nel film, nella realtà un assalto ad un furgone porta valori, fu eseguito da due ex membri nell’81, quando il gruppo era già sciolto da tempo. Ciononostante, nel film come nella realtà, questo avvenimento deve aver portato ad una grossa crisi di coscienza nel gruppo, che ripensò in modo critico le forme e i metodi della loro lotta. In questa pellicola Robert Redford e Susan Sarandon con i loro personaggi ben rappresentano la crisi di quella generazione di giovani americani che, in alternativa alla supina accettazione di un modello sociale e culturale disumano e sfruttatore, attuarono forme di protesta molto accese, sfociate purtroppo in violenza e lutti. E in effetti all’inizio degli anni ’80 molti attivisti del gruppo si costituirono finendo per scontare pene detentive non molto lunghe, ad eccezione degli autori della rapina, condannati all’ergastolo e tuttora in carcere. La realtà e il film finiscono per coincidere in un lieto fine tutt’altro che scontato; che grossa differenza con le sanguinose vicende delle nostre Brigate rosse e dei Nuclei armati rivoluzionari!... Ma lasciamo quest’amara riflessione e dedichiamoci alla seconda proposta di questo mese.
Nel momento in cui si sta confrontando con il primo amore adolescenziale, Pi è costretto ad emigrare verso il Canada con tutta la famiglia e gli animali dello zoo di loro proprietà. La nave cargo su cui è imbarcato subisce un disastroso naufragio e lo costringe, unico sopravvissuto, a condividere una scialuppa con altri animali, tra cui una feroce tigre. Tutto il racconto è un’esplicita metafora dell’esistenza umana, dominata da una continua e crudele lotta per la sopravvivenza e la fede in un unico dio, onnisciente e onnipotente, a cui in definitiva tutti dobbiamo votare la nostra vita. Questo messaggio, che molti certamente non condivideranno, è pero sapientemente ammantato e avvolto in splendide immagini di natura, in parte vere, in parte costruite con la grafica digitale, che esaltate dal 3D, rendono il film uno spettacolo molto bello a livello visivo. E infatti certe immagini acquatiche sono, questo sì lo confessiamo, una vera gioia per gli occhi, di grandi e piccoli, che potrete eventualmente portare con voi.
Da sapere:
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