HOME PAGE | MERIDIANI E PARALLELI | ASTROLOGIA E DINTORNI | ANNIVERSARI | CALENDARIO | LOUNGE TIME | IL RESORT DEL MESE | LO SCAFFALE | GALLERIA DEL GUSTO | RENDEZ VOUS | ASTERISCHI |
| PHOTO TIME | SPIGOLATURE | ITINERARI | PROTAGONISTE | RITRATTI DI ARTISTA | NON SOLO HOTEL | ATTIMI DI CINEMA | NEWSLETTER | FORUM | CONTATTI | LINK CONSIGLIATI |
clicca sulle miniature
Vai all'elenco
|
![]()
Una città un libro: Gori
Testo e foto di Bruga
Il museo è a suo modo affascinante e comunque interessante da vedere (anche se tutti i testi sono solo in georgiano e russo), perché sembra uscito da un mondo parallelo fermo ai primi anni Cinquanta, quando Stalin era ancora il Piccolo Padre, il baluardo antinazista, il simbolo internazionale di un movimento politico presente in tutto il mondo. Dalle statue alle fotografie, dal treno speciale parcheggiato all’esterno fino ai dipinti in puro stile “realista socialista”, tutto sa di agiografia. Ancor più sorprendente se pensate che non più tardi di una dozzina d’anni fa Gori fu evacuata, per salvare i cittadini dal vicino conflitto in Ossezia del sud e in Abkhazia, che vide la città bombardata dai russi e occupata dall’Armata Rossa… Dal profano al sacro, con un’altra tappa fondamentale per avere un’idea della Georgia: dopo aver visto numerose chiese ortodosse, tutte simili e discretamente interessanti, vi colpirà assolutamente per posizione e storia il grande complesso monastico rupestre di Vardzia, scavato 850 anni fa nel fianco del monte Erusheli, in questo caso a sud-ovest sia di Gori che della capitale. Le dimensioni sono stupefacenti: oltre seimila stanze su tredici piani, con luoghi di culto affrescati, sale di rappresentanza, cucine, magazzini e un sofisticato sistema di approvvigionamento idrico. La visita richiede una certa agilità perché si devono usare le scale scavate alla fine del XII secolo, ma è assolutamente consigliata. Siamo nel Caucaso, e per avere un’idea più completa di quest’area così cruciale nella storia geopolitica del mondo si pernotta a Gudauri, rinomata località sciistica a duemila metri di altezza. Da qui il percorso è spettacolare, lungo un camminamento militare trasformato più recentemente in strada scenografica. Si supera il passo di Jvari a 2.400 metri e da lì si prosegue fino alla cittadina di Kazbegi, ai piedi del monte Kazbeg che svetta con i suoi 5mila metri. Con dei fuoristrada si arriva piuttosto avventurosamente alla chiesetta della Trinità di Gergeti, piccola ma decisamente affascinante sia in sé che per la posizione panoramica, fra cime innevate che si dispiegano a trecentosessanta gradi. La temperatura scende di conseguenza, ma tornati a Kazbegi vi potrete rimpinzare con il piatto tipico georgiano, una sorta di focaccia al formaggio che – non si offenda nessuno! – ricorda un po’ quella di Recco. La chiamano khachapuri ed è come la pizza a Napoli: la trovate dappertutto e all’inizio vi piacerà sempre e comunque. Dopo un po’, peraltro, sarete in grado di distinguere le versioni migliori da quelle più scadenti, anche perché il piatto è saporito e sostanzioso, ma se non è fatto bene rischia di trasformarsi nel classico mappazzone…
|